mercoledì 16 aprile 2014

Pulizia energetica

Due delle più basilari e sicure tecniche di pulitura dell'aura sono la pettinatura del campo e l'apertura dei chakra.
Entrambi sono di derivazione sciamanica, ma hanno aspetti tecnici radicalmente diversi, che implicano anche capacità differenti da parte dell'operatore.
Mentre l'apertura dei chakra utilizza una procedura quasi automatica, la pettinatura richiede maggiori abilità e attenzione centrata su se stessi da parte di chi la effettua.
Aprendo i vortici, infatti, è necessario ricordare la modalità di battitura corretta e i numeri di giri simbolici da effettuare sulla porzione del chakra sulla pelle del paziente; è invece consigliato concludere sempre con l'apertura del quinto vortice magno, nonostante lo si sia eventualmente già aperto in precedenza.
Si può inoltre seguire una sequenza di apertura prestabilita e sempre identica a se stessa, oppure utilizzare la radioestesia per determinare i vortici più squilibrati e/o congesti. Il risultato, soprattutto con una sequenza di chakra prestabilita, è in pratica sempre eccellente; in caso di utilizzo della radioestesia, invece, il risultato è sotto condizione di non aver fatto errori nel sentire precedente all'azione di pulitura. 

La pettinatura è molto più complessa, ma impone soprattutto all'operatore la maggior presenza possibile.
La tecnica in sé è talmente semplice da risultare a primo acchito quasi nulla. Le mani si muovono libere nel campo del paziente, aggiustando, riparando o addirittura ricreando le correnti energetiche naturali dell'aura. È anche tutto molto bello, buono, persino poetico in apparenza. Non fosse per un particolare: chinecessita una PETTINATA al campo è come minimo scompensato. Quindi la mia scelta verte nell'enfatizzare quell'IN-APPARENZA. 
Le mani, se non le braccia dell'operatore, sono immerse nel campo altrui e si impregnano ogni volta degli squilibri in cui  s'imbattono, più o meno in modo importante, secondo la risonanza che si ha con ciò che si trova in quel campo.
Ma l'aspetto più nascosto e maggiormente sottovalutato è quel lasciar muovere le mani senza comando. Le mani sono solitamente comandate da volontà finalizzate a farci rapportare in modo voluto (… in-apparenza…?!?) con precise esperienze nell'arco di tutta la nostra vita. Pretendere che ad un nostro comando, che per di più dura la coscienza di un secondo ed è quasi sempre privo di consapevolezza di quali meccanismi energetico-mentali comporti liberare le braccia e le mani dal giogo delle abitudini, si effettui veramente questa liberazione del legame mente-arti superiori, è illusorio e come minimo irresponsabile nei confronti di chi si affida a noi.
Ci vuole molto esercizio e coraggio per poter ripercorrere e ricreare le corrette correnti energetiche nell'aura. Esercizio, in quanto bisogna allenare l'attenzione a focalizzarsi sulla porzione del campo da trattare, pur mantenendo la presenza anche in tutto l'essere del paziente e la volontà a mantenere quell'attenzione duplice costante nel tempo e per il tempo necessario; coraggio, perché quando siamo dentro ai sommovimenti critici, disarmonici, angoscianti, non dobbiamo fermarci, ma continuare a fare il nostro dovere.


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